L' uomo che apri a Hitler le porte della Norvegia.Il norvegese Vidkun Quisling, il cui nome è ancora oggi citato per definire ogni "governo fantoccio" fù l' esempio più clamoroso di collaborazionismo con un nemico invasore. Questa è la sua storia,uno degli episodi meno noti della II Guerra Mondiale.
Un colloquio tra Hitler e Quisling nell' ufficio del Fuhrer alla Cancelleria di Berlino.*********
Ci sono nomi di personaggi che, per la fama di azioni compiute, gloriose o malvagia, divengono il simbolo di un determinato comportamento delFuomo. Da nomi propri di persona diventano nomi comuni. Si dice è un Maramaldo, un Cesare, un Pico della Mirandola per fotografare all'istante un vile che infierisce su chi non può più difendersi, un potente che tiene in pugno il destino dei popoli, una persona dalla memoria formidabile.La drammatica epopea della seconda guerra mondiale ha creato anch'essa, come tutti i grandi avvenimenti, i suoi neologismi. Ce n'è uno, Quisling, che riassume il tradimento di personalità politiche e di avventurieri i quali, per fanatismo ideologico o per cinico ed errato calcolo sulle sorti della guerra, aprirono le porte all'occupazione nazisti o vennero a vergognosi compromessi, ottenendo in cambio un effimero posto di comando nel proprio Paese.In realtà, erano la Werhmacht, le SS, la Gestapo. i Gauleiter germanici a dominare spietatamente in Francia, in Norvegia, in Italia. I vari Quisling locali venivano odiati e disprezzati dalla stragrande maggioranza dei loro compatrioti e non presi sul serio nemmeno dai tedeschi. Vidkun Abraham Lauritz Quisling era un ufficiale della riserva, col grado di maggiore, dell'esercito norvegese. Nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, aveva 52 anni. Era nato quando il suo Paese faceva ancora parte dello Stato svedese. Solo nel 1905, infatti, la Norvegia aveva riconquistato la piena indipendenza, dopo quattro secoli di soggezione alla Danimarca e un altro secolo alla Svezia. L'ultimo re norvegese, Haakon VI, era morto nel 1380. Il nuovo sovrano fu designato con una votazione del popolo. Venne scelto il principe Carlo di Danimarca, fratello di Cristiano X, re di Danimarca.
****L' ammiraglio RAEDER****************RE HAAKON DI NORVEGIA.*******************
Il principe Carlo salì sul trono di Norvegia col nome di Haakon VII, per simboleggiare l'attaccamento di questo civilissimo popolo alle tradizioni e alla libertà. Durante la prima guerra mondiale la Norvegia era rimasta neutrale. Negli anni Venti e Trenta la sua economia compì notevoli sviluppi, per la laboriosità degli abitanti e per l'avvio di riforme sociali nel campo dell'occupazione e dell'assistenza pubblica e nella ripartizione dei redditi. Da decenni questo Stato scandinavo, di 325.000 chilometri quadrati e con tre milioni di abitanti, è all'avanguardia, assieme ad altri Paesi nordici, nella realizzazione di un'autentica democrazia, dove il re si comporta privatamente come qualsiasi altro cittadino e il fervore dell'iniziativa privata è temperato da una serie di leggi che salvaguardano la condizione degli umili. Una sinistra ipoteca gravava però, sin dalla fine della prima guerra mondiale, sulla Norvegia, senza che essa se ne rendesse conto. Dopo la sconfitta degli Imperi Centrali nel 1918 la Germania cominciò presto a sognare la rivincita. I segreti disegni del vecchio Stato Maggiore prussiano divennero il fanatico programma di Hitler, asceso al potere nel 1933. La preparazione germanica ad un nuovo conflitto comprendeva lo studio minuzioso delle cause che avevano determinato il precedente insuccesso. La Marina tedesca teneva fisso lo sguardo al Nord. Era stato il blocco navale inglese, in definitiva, a strangolare la potenza bellica degli Imperi Centrali e a fiaccare la resistenza delle popolazioni. Per battere la Gran Bretagna occorreva rimediare all'handicap della situazione geografica, aprire una larga breccia nel Mare del Nord tra la Norvegia e l'Inghilterra, uscire liberamente nell'Oceano Atlantico con le squadre navali di superficie e con le torme di sommergibili. La tattica del blocco avrebbe potuto così invertirsi: sarebbe stata l'Inghilterra a subire l'assedio militare e della fame. Non era sufficiente, però, una Norvegia neutrale. Dall'estremità settentrionale della Scozia, alle isole britanniche Shetland e fino al limite delle acque territoriali norvegesi, gli inglesi avrebbero semibloccato - come infatti accadde all'inizio della seconda guerra mondiale - il Mare del Nord, il varco all'Oceano, con sbarramenti di mine e intense perlustrazioni navali e aeree. L'ammiraglio Raeder, capo della flotta tedesca, nell'ottobre del 1939, un mese dopo l'inizio delle ostilità, avvertì Hitler che era assolutamente necessario procurarsi basi in Norvegia, da cui scardinare il blocco inglese. Esisteva poi un altro motivo di preoccupazioni per la Germania. I preventivi del primo anno di guerra contemplavano il consumo di quindici milioni di tonnellate di ferro, undici dei quali sarebbero stati forniti dalla Svezia, neutrale come la Norvegia. D'estate e negli altri periodi a clima temperato, i carichi di minerale ferroso potevano arrivare in Germania dai porti della Svezia meridionale attraverso il sicuro Mar Baltico, sbarrato al naviglio britannico; ma in inverno i ghiacci avrebbero precluso questa via d'acqua e l'enorme quantitativo di prezioso ferro avrebbe dovuto essere incanalato con carri ferroviari dalla Svezia al porto norvegese più vicino alle miniere, Narvik, quasi all'estremità settentrionale della Norvegia; e di qui, con piroscafi, trasportato in Germania, seguendo la lunghissima costa occidentale della Scandinavia e mantenendosi nelle acque territoriali della Norvegia per quasi tutto il percorso. Ma se fossero stati gli inglesi ad occupare preventivamente delle basi in Norvegia, cosa sarebbe accaduto ai trasporti tedeschi di ferro durante l'inverno? Senza contare che un'eventuale mossa britannica in questo senso avrebbe annullato anche i piani della marina germanica di sfondare lo sbarramento del Mare del Nord e raggiungere in gran forze l'Oceano Atlantico. Hitler nei primissirni mesi di guerra riconosceva l'importanza del problema norvegese per la Germania, ma si dimostrava titubante sull'opportunità di un'azione a breve scadenza. Dopo la folgorante, brutale vittoria nazista in Polonia, il conflitto era entrato in quella prudente fase nel settore terrestre e aereo che Churchill ha definito « guerra in sordina». Lungo le linee.Maginot e Sigfrido gli avversali si fronteggiavano con le armi al piede, osservandosi a vicenda, come se le ostilità non fossero state ancora dichiarate. Hitler sperava di indurre gli inglesi ad un compromesso, alla pace prima di combattere. Gli alleati non erano pronti ad operazioni impegnative. Un fatto nuovo e l'entrata in scena del personaggio Quisling diedero man forte alla marina tedesca per aumentare la pressione su Hitler. Il 30 novembre 1939 l'attacco sferrato dalla Russia alla Finlandia sconvolse l'equilibrio della situazione scandinava e suscitò gravi preoccupazioni negli anglofrancesi. A quel tempo, esisteva un accordo tra Russia e Germania, in forza del patto Ribbentrop-Molotov, firmato il 23 agosto 1939 e che aveva condotto alla spartizione della Polonia tra nazisti e sovietici. Gli anglo-francesi cominciarono ad organizzare un corpo di spedizione che avrebbe dovuto portare aiuto alla Finlandia, attraversando la Norvegia e la Svezia. Questa azione minacciava di mettere sotto controllo alleato le miniere svedesi e le linee di comunicazioni lungo le quali i minerali ferrosi arrivavano alla Germania. Il pericolo fu sottolineato da Quisling nei suoi colloqui segreti con esponenti della classe dirigente germanica. Era l'occasione buona che il traditore norvegese aspettava. Da anni questo ambizioso personaggio tramava ai danni della sua patria, in combutta con Alfred Rosenberg, il teorico del razzismo, che sognava un « impero nordico », in cui gli scandinavi « di razza pura » sarebbero stati governati da nazisti norvegesi e svedesi, sotto il supercontrollo della Germania, nel nuovo « ordine » mondiale concepito dalle folli ideologie del Fuhrer.Quisling era il classico esemplare di un'epoca disorientata dalle conseguenze della prima guerra mondiale, dalla rivoluzione bolscevica in Russia, dalla conquista del potere da parte del fascismo e del nazismo, dalle incertezze del sistema democratico in crisi, dal trionfo dei metodi dittatoriali, dai miti della forza, dell'efficienza, della razza. Va aggiunto che, fin dalla prima guerra mondiale in una parte della popolazione norvegese era diffusa una certa simpatia verso la Germania. Durante il conflitto 1914-18 migliala di bimbi tedeschi furono ospitati da famiglie norvegesi. In buona fede, il democratico governo di Oslo aveva accettato intensi rapporti culturali con la Germania, anche dopo l'avvento di Hitler. Scienziati, conferenzieri dei più vari argomenti, cantanti, attori tedeschi si recavano in Norvegia. L'inganno fu possibile anche per i rapporti non sempre distesi tra la pur democraticissima Norvegia e l 'Inghilterra: piccoli attriti di vicinanza, gelosie popolari, conflitti d'interessi dei pescatori nel Mare del Nord e dell'Atlantico.Quisling era approdato al nazismo dopo una gioventù brillante e avventurosa. Nato in una famiglia di contadini, era entrato nell 'Accademia militare norvegese, affermandosi subito come il primo dei corsi. Fu scelto per l'impiego più difficile e delicato, quello di addetto militare d'ambasciata. Giovanissimo, lo mandarono alla sede diplomatica norvegese a Pietroburgo. Vide lo scoppio della rivoluzione bolscevica, ne rimase fortemente colpito, volle rimanere a lungo in Russia anche per aiutare Fridtjof Nansen, il famoso esploratore e filantropo norvegese che vi si trovava per una generosa opera d'assistenza durante la carestia del 1921. Tornato in Norvegia, Quisling propose al partito laburista di creare una « Guardia Rossa »; ma i socialisti norvegesi, pur facendo parte allora del Comintern, scorgevano molto bene il confine tra democrazia e metodi dittatoriali. Respinsero il progetto e tennero Quisling al largo del partito laburista. La popolarità che circondava l'ex-assistente di Nansen era tuttavia tale che Quisling nel 1931 fu designato a reggere il ministero della difesa. Occupò la prestigiosa carica fino al 1933. Lasciò il servizio appunto nell'epoca dell'ascesa di Hitler al potere. Se la rivoluzione bolscevica aveva impressionato Quisling, il forsennato estremismo del nuovo profeta tedesco affascinò letteralmente l'animo dell'inquieto ufficiale norvegese, portato dal suo temperamento ad ammirare gli atteggiamenti da dominatore, il bisturi della forza nella soluzione dei problemi, i miti di un'« epoca nuova », le eterne illusioni di costruire una specie di « superuomini ». Nella primavera del 1933 Quisling fondò un partito nazista norvegese, l'Unione Nazionale, ma fu battuto nelle elezioni per il Parlamento. Si gettò allora in braccio alla Germania di Hitler e di Rosenberg. Divenne confidente segreto del filosofo del nazismo. I numerosi incontri almanaccarono sui loro vaneggiamenti di costruire « l'impero nordico ». Quando la Marina germanica che, come si è visto, covava da tempo l'intenzione d'impadronirsi di basi norvegesi, cominciò ad allarmarsi per il progetto anglofrancese di inviare un corpo di spedizione in Finlandia attraverso la Scandinavia, Rosenberg mandò all'ammiraglio Raeder un memorandum, spiegandogli di avere un uomo molto fidato, che poteva essere utile per il « piano Norvegia ». Raeder volle conoscere personalmente Quisling; l'incontro avvenne l'11 dicembre 1939 a Berlino; il cospiratore norvegese vi si recò con un suo connazionale,un altro traditore, l'uomo d'affari Viljam Hagelin, che per motivi professionali trascorreva lunghi periodi in Germania. Quisling espose un vero e proprio progetto di occupazione tedesca della Norvegia, indicò i porti, le stazioni ferroviarie, i nodi stradali e gli altri punti nevralgici da conquistare subito; vantò larghe aderenze in seno all'esercito norvegese; affermò che il re si sarebbe rassegnato al fatto compiuto; propose la sua candidatura ad un nuovo governo, amico fedele della Germania. L'ammiraglio rimase vivamente impressionato dei dati tecnici forniti da Quisling e, dopo tre giorni, ottenne di presentarlo a Hitler. Il Fuhrer ascoltò lungamente, con estrema e diffidente attenzione, lo strano personaggio norvegese. Volle rivederlo altre due volte, nel giro di cinque giorni. Infine disse: « Va bene, è una persona sicura ». Hitler aveva però qualche esitazione ancora. Bisognava essere ben certi che gli inglesi volessero prevenire i tedeschi nell'occupare basi in Norvegia; altrimenti era meglio attendere, non provocare la potenza navale britannica, tanto più che in seno alla stessa Marina tedesca stavano sorgendo polemiche: non era forse preferibile mantenere la neutralità norvegese, anche per non compromettere le ipotesi di una pace vicina? Hitler diede comunque ordine di versare a Quisling duecentomila marchi oro per la propaganda antinglese e filonazista in Norvegia, con la promessa di ulteriori sovvenzioni. E dispose che, ad ogni buon conto, lo Stato Maggiore preparasse, in tutti i particolari, con la supervisione personale del Fùhrer, un nuovo piano per l'occupazione della Norvegia, tenendo conto anche dei suggerimenti dati da Quisling. Le ultime incertezze di Hitler caddero il 17 febbraio 1940, quando su ordine di Churchill, allora Primo Lord dell'Ammiragliato, il cacciatorpediniere Cossack catturò in acque territoriali norvegesi la nave tedesca Altmark, carica di 299 prigionieri britannici, marinai di unità affondate dalla corazzata tascabile Graf Spee, che furono tutti liberati. La Norvegia si limitò ad una vibrata protesta a Londra per la violazione delle proprie acque territoriali. Hitler si convinse che mai i norvegesi si sarebbero opposti con le armi ad un'occupazione britannica; pensò che la stèssa cosa sarebbe avvenuta contro uno sbarco tedesco. Ordinò di accelerare l'approntamento dei piani « Weserubung » (così era indicata, in linguaggio convenzionale, l'operazione Scandinavia). E poiché gli parve di avvertire qualche resistenza passiva da parte dello Stato Maggiore, scelse all'improvviso il comandante della spedizione: il generale Nikolaus von Falkenhorst, che aveva combattuto in Finlandia nel 1918 e che in quel momento era a capo di un corpo d'armata sul fronte occidentale. La scelta indignò Keitel, Jodl, Brauchitsch, lo stesso Gòring e altri pezzi grossi delle forze armate. Von Falkenhorst non aveva mai visto Hitler; non aveva un'idea di come fosse fatta la Norvegia dal punto di vista militare. Il Fuhrer, nel primo colloquio svoltosi il 21 febbraio, disse a Falkenhorst: « Entro stasera portatemi un vostro piano per conquistare la Norvegia ».L'esterrefatto generale, che nel suo diario si è rivelato peraltro una persona dotata di spirito e di spregiudicatezza, andò a comperare una guida turistica, si recò in albergo, studiò la cartina della Norvegia, tornò da Hitler e disse: « La cosa è molto semplice: si tratta di occupare di sorpresa Oslo, Stavanger, Bergen, Trondheim e Narvik, cioè i cinque porti, principali della Norvegia. Mi basta una divisione per ogni porto. Tutto qui ». Il Fuhrer rimase entusiasta della semplicità del piano. « Ed ora » commentò, « mettetevi al lavoro per preparare tutti i particolari ». Lo congedò confermandogli un importante segreto, al quale aveva accennato nel colloquio precedente: l'operazione Norvegia sarebbe stata abbinata alla conquista della Danimarca, anch'essa neutrale. Il 12 marzo parve sorgere un nuovo intoppo nei progetti di occupare la Norvegia: l'improvvisa capitolazione della Finlandia di fronte alla Russia fece cadere il piano di inviare un corpo di spedizione attraverso la Scandinavia e tolse alla Germania un fondato motivo, non solo davanti all'opinione pubblica mondiale, ma anche sotto il profilo dell'opportunità militare e politica, per invadere la Norvegia. Il fallimento della missione del sottosegretario di Stato americano Sumner Welles inviato da Roosevelt a esaminare con Hitler le condizioni per far tornare la pace in Europa (gli Stati Uniti non erano ancora scesi in guerra) determinò nel dittatore nazista la decisione di rompere ogni indugio e di scatenare l'offensiva contro la Francia e la Gran Bretagna. Prima, però, occorreva occupare la Norvegia e la Danimarca, il Belgio, l'Olanda e il Lussemburgo in due distinte fasi. L'operazione Danimarca-Norvegia venne fissata per l'alba del 9 aprile. L'ora di Quisling e, dei suoi compiici, un pugno di giovani esaltati e di criminali risoluti a tentare l'avventura, si avvicinava. Invano segnalazioni dei servizi segreti anglo-francesi in Germania e delle legazioni norvegese e danese a Berlino tentarono di mettere in guardia i governi di Oslo e di Copenaghen ai primi d'aprile. La sera del giorno 8, cioè alla vigilia della data per la quale era stato indicato l'arrivo dei tedeschi, il re di Danimarca si recò a teatro. La Danimarca fu conquistata in poche ore. Perirono soltanto alcuni soldati della guardia del sovrano. Il settantenne Cristiano X di Danimarca, fratello di Haakon VII di Norvegia, rinunciò a resistere e disse di voler salvare la sua patria da altre sciagure. Un motivo determinante del cedimento fu che i danesi si rendevano conto che il loro Paese era troppo piccolo, troppo debole e troppo pianeggiante per tentare una valida difesa strategica contro i carri armati tedeschi. Inoltre il carattere della popolazione era quanto mai pacifico e mite. Una vera Resistenza partigiana cominciò soltanto dopo quattro anni di rassegnata sopportazione.
Le prime colonne motorizzate tedesche entrano a Oslo il 9 aprile 1940.Quisling stesso preparò l' invasione.***********
In Norvegia la fase critica dell'attacco nazista fu complicata da un grave equivoco. I rapporti di Oslo con Londra erano non sereni da diverso tempo. I norvegesi che in precedenza - pochi giorni prima della capitolazione finlandese di fronte all'URSS - avevano respinto la richiesta segreta franco-britannica di lasciar libero il passaggio al corpo di spedizione allestito per aiutare la Finlandia, temevano che gli inglesi volessero minare le acque territoriali norvegesi per bloccare i rifornimenti di ferro alla Germania. In effetti, Churchill aveva ordinato di minare l'accesso ai porti norvegesi proprio l'8 aprile. Il governo britannico rimase a lungo dubbioso se il movimento di navi tedesche notato fin dai primi del mese fosse soltanto il preparativo di reazione alla mossa inglese, che prevedeva anche sbarchi, o l'inizio di una vera e propria occupazione germanica, come avvertivano - con « fughe » di notizie - persino taluni tedeschi contrari all'impresa. Churchill nella sua storia della seconda guerra mondiale afferma - comunque - che la Germania agì con « sorpresa, spietatezza e precisione ». Invano re Haakon VII, l'esercito, il popolo tutto insorsero contro gli invasori nazisti. E invano navi e aerei britannici intervennero per tentare di impedire io sbarco. Né servì a cacciare i tedeschi una successiva spedizione anglo-franco-polacca a Namsos, ad Andalsnes, a Narvik, aiutata da truppe norvegesi. L'8 giugno 1940 gli ultimi reparti alleati furono costretti ad abbandonare la Norvegia, ricacciati in mare dalla tremenda efficienza della fanteria da sbarco, dell'artiglieria da montagna e dell'aviazione germanica. Negli stretti fiordi, tra i boschi, su terreni scoscesi e coperti da neve altissima e in mezzo a temperature rigidissime, la gioventù hitleriana diede, una terribile prova di energia e fanatica devozione. La campagna di Norvegia resta, assieme alla conquista della Polonia, l'esempio di cos'era la potenza della macchina bellica germanica nelle prime fasi della guerra. Le perdite dei tedeschi furono di 1317 morti, 2375 dispersi, 1604 feriti. Quelle alleate ammontarono a circa 5000 uomini. Re Haakon andò esule in Inghilterra, dove rimase per cinque anni, col suo governo. Intanto, il 10 maggio, era cominciata l'invasione del Belgio e dell'Olanda, ultima fase del preludio al grande attacco alla Francia e alle forze britanniche dislocate nell'Europa continentale. Finiva la guerra in sordina. La conquista della Norvegia fu un grosso successo tedesco, ma le forze navali germaniche di superfìcie ne uscirono decimate, tanto da non essere più in grado di contribuire a risolvere quello che Churchill chiamò « il supremo problema »: l'invasione della Gran Bretagna.
Quisling in una foto del 1940, nei giorni in cui alla testa di un gruppo di traditori attendeva l' invasione delle tuppe di Falkenhorst.**********
In quanto a Quisling, egli doveva fare ancora molto male al suo paese. Ciò accadde nella seconda fase dell'operazione tedesca, dal 1942 in poi. All' inizio dello sbarco germanico le cose andarono pessimamente per il traditore norvegese.Le sera del 9 aprile 1940, il primo giorno dello sbarco, QuisIing uscì finalmente dall'ombra parlando alla radio per invitare l'esercito e la popolazione a non opporsi all'arrivo delle forze germaniche. E si autoproclamò senz'altro capo di un nuovo governo collaborazionista. Il discorso mandò su tutte le furie l'ambasciatore tedesco a Oslo, Curt Brauer, il quale fin dal dicembre del 1939 aveva avvertito invano Berlino che Quisling non andava preso sul serio, perché la sua vera influenza si riduceva a ben poco. Il messaggio radio dell'uomo di Rosenberg ebbe infatti un risultato diametralmente opposto a quello sperato dal governo germanico. Se in una parte dei norvegesi, frastornati dalla sorpresa, vi era ancora qualche esitazione sul da farsi, le impudenti parole del traditore scatenarono in tutti un senso di vergogna, di rabbia, di determinazione alla difesa più disperata. Inutilmente Brauer fece notare a Berlino, ancora una volta, che Quisling era una carta sbagliata. L'ambasciatore dovette recarsi dal re e chiedergli di approvare un governo Quisling. Il sovrano rispose: « Non posso ordinare la resa alla vostra invasione né nominare primo ministro un uomo che non gode la fiducia del Paese. In ogni modo non posso decidere da solo. Questa è una nazione democratica. Ascolterò il parere del mio governo, quello espresso dal parlamento eletto dal popolo; se il governo accoglierà le vostre richieste, io abdicherò ». Questo colloquio si svolse nella scuola elementare di Elverum, piccola città dove il re e i ministri si erano rifugiati fuggendo verso il nord, protetti da commandos risoluti a tutto. Il governo, all'unanimità, disse no alla resa e a Quisling. I tedeschi cercarono allora di uccidere il sovrano e i suoi ministri. Un. bombardamento a tappeto distrusse il villaggio di Nybergsund, dove Haakon VII e il governo si erano successivamente, spostati.
Truppe germaniche a bordo di un incrociatore pronte a sbarcare in un fiordo norvegese secondo il piano Weserubung l' Operazine " Scandinavia".**********
Ma il re e il suo seguito si erano già messi in salvo in un bosco, al primo allarme aereo. Lungo una valle impervia, tra la neve altissima, si misero in marcia per congiungersi con altri reparti in armi, organizzare la resistenza e aspettare l'arrivo degli inglesi. Il 15 aprile i tedeschi, resisì finalmente conto dell'impopolarità di Quisling, lo destituirono. I suoi sostenitori a Berlino vollero però prendersi una malvagia vendetta sull'ambasciatore Bràuer. Il ministero degli esteri lo richiamò in patria, riversando su di lui la colpa dell'insuccesso politico e costringendolo a ritirarsi dalla carriera diplomatica. Fu mandato al fronte come soldato semplice.In Norvegia i tedeschi nominarono un consiglio amministrativo, formato da sei persone, tra cui il capo della chiesa luterana, vescovo Èivind Bergraw, e il presidente della Corte suprema, Paal Berg, che si scoprì poi essere il capo della Resistenza. Il 24 aprile Hitler mandò in Norvegia un giovane e brutale Gauleiter, Josef Terboven che, servendosi delle SS e della Gestapo con crescente ferocia, fu il vero padrone dello sfortunato Paese. Nel gennaio del 1942. Terboven, di fronte al fallimento dei tentativi di ottenere una reale collaborazione dalla classe dirigente norvegese, convocò Quisling e lo autorizzò a formare un governo che, a parole, riuniva in sé i poteri esecutivi e legislativi, ma che in realtà non contava assolutamente nulla davanti ai padroni tedeschi, se non nella delazione dei patrioti e nella caccia ai partigiani. La Resistenza norvegese fu valorosissima; tuttavia, anche nel fiero popolo scandinavo il lungo terrore nazista, la fame, l'opportunismo, il malefico fascino del militarismo germanico su una parte dei giovani, le vecchie simpatie per la Germania aprirono varchi nell'opposizione all'occupatore. Un reggimento di volontari fu incorporato nelle SS. Un reparto andò a combattere sul fronte russo. Si ricostituì, come unico partito consentito, l'Unione Nazionale fondata da Quisling nel 1933.
Una redazione di un giornale clandestino, organizzata a Londra da elementi della resistenza.*********
Alla fine della guerra sessantamila persone furono arrestate come collaborazionisti, fra cui il famoso scrittore e poeta Knut Hamsun, Premio Nobel della letteratura. L'epurazione norvegese fu molto severa. Dal 1870 non c'erano state esecuzioni capitali, ma il governo in esilio aveva emesso un decreto che prevedeva la pena di morte per il reato di tradimento. Alla Liberazione, trenta norvegesi furono condannati al patibolo: venticinque vennero uccisi, quattro graziati, uno morì in carcere. Hagelin, ministro dell'interno del governo Quisling fu tra i condannati a morte. Il 1° novembre 1947 c'erano ancora 5300 detenuti politici, in 15 campi di concentrarnento.
Commandos alleati sbarcano alle Spitzbergen nell' agosto del 1941 per distruggervi gli impianti minerari.*********
I condannati ai lavori forzati venivano utilizzati in opere agricole e di rimboschimento. L'ottantaseienne e sordo Knut Hamsun fu messo dapprima in un ospedale psichiatrico, poi in un asilo di vecchi, infine autorizzato a rientrare nella sua casa di campagna; gli vennero sequestrati tutti gli altri suoi beni. L'epurazione norvegese, per quanto severa, non commise arbitrii, non ci furono esecuzioni sommarie. Ogni accusato ebbe a disposizione tutti i mezzi per difendersi. Fu una lezione di civiltà e di giustizia dopo gli arbitrii e gli orrori nazisti. Lo stesso Quisling subì un processo regolare. Il dibattito si aprì nell'agosto del 1945. L'accusa principale era di aver accettato l'aiuto finanziario dei tedeschi e di averli aiutati con consigli nell'invasione della Norvegia. L'interrogatorio fu minuziosissimo e condotto con grande calma dai giudici. Poiché Quisling diceva di soffrire di amnesie, un medico lo prese sotto le sue cure. L'imputato tentò di difendersi affermando che, mettendosi al servizio dei tedeschi, aveva voluto scegliere il male minore: il suo proposito vero era stato quello di frenare la ferocia nazista nell'inevitabile invasione, progettata a Berlino da lungo tempo, ed evitare così alla sua patria la sorte del terrore totale, come era toccato alla Polonia.Gli chiesero: « Perché, allora, lei ha insistito pubblicamente presso le autorità germaniche affinchè la repressione contro i partigiani e gli ebrei, fosse più energica? » Non seppe cosa rispondere.
Quisling tra le bimbe di un organizzazione filo-nazista nel maggio del 1945.Cinque mesi dopo venne fucilato.*********
Lo condannarono a morte. Non fu accolta la domanda di grazia, presentata dalla moglie Maria, una russa che Quisling aveva sposato nel 1923. L'esecuzione avvenne il 24 ottobre 1945 nella fortezza di Akershus, mediante fucilazione. Anche quindici tedeschi furono condannati al patibolo, per crimini di guerra. Tre di essi ottennero la grazia. Il generale von Falkenhorst, che Hitler aveva scelto come comandante della spedizione, comparve davanti ad un tribunale misto norvegese e inglese per aver consegnato alle SS, perché venissero giustiziati, commandos alleati caduti prigionieri. Fu condannato a morte, ma la pena capitale venne poi tramutata nell'ergastolo. Il gauleiter Terboven si uccise per non essere catturato. Si rendeva conto di essersi macchiato di terribili colpe. Sapeva quello che l'aspettava, non ebbe l'animo di affrontare il processo. Pochi, fuori della Norvegia, ricordano oggi il suo nome. Tutti sanno invece il significato della parola Quisling, anche se pochi conoscono l'esatta trama della sua vita.
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