A diciotto anni abbandonò il suo lavoro di commesso per imbarcarsi come mozzo: Nel 1755 si arruolò nella marina militare. Diventò un grande esperto di cartografia e di astronomia. I suoi viaggi di esplorazione nel Pacifico iniziarono nel 1768. È considerato uno dei più audaci e preparati navigatori della storia.
James Cook nacque in un villaggio dello Yorkshire il 27 ottobre del 1728: Morì alle Hawaii il 14 febbraio 1779.********
Il 26 agosto del 1768 salpa dal porto inglese di Plymouth l ’ Endeavour (« tentativo ») una nave a vela della Reale Marina Britannica, un po' tozza nell ’ aspetto per colpa dello scafo alto e del fondo piatto. A bordo ci sono 94 persone, 10 cannoni, vettovaglie per 18 mesi, galline, maiali, due levrieri e una capra. La meta è l ’ isola di Tahiti nei mari del Sud, dove gli scienziati di bordo dovranno Osservare il passaggio di Venere per scopi astronomici. Guida la nave un Inglese di 40 anni con sangue scozzese nelle vene. È alto quasi 2 metri e ha una costituzione robusta. I suoi occhi castani scrutano il mare con l ’ impassibilità di chi sa di affrontare uno dei rischi più terribili che si possano immaginare a quei tempi. Il nome di questo comandante è James Cook ed è destinato a diventare leggendario come quelli di Colombo e Di Magellano. Ma chi fu realmente Cook ? Una « nullità competente » che fece bene il proprio lavoro, come disse qualche contemporaneo, oppure, come è stato detto dai posteri, « il marinaio dei marinai »? Dei viaggi di Cook si sa tutto, grazie ai meticolosi diari che tenne giornalmente e agli scritti di altri che condivisero con lui i rischi di quelle esplorazioni. Dell'uomo Cook però si sa poco. Era taciturno fino al punto di trascorrere la maggior parte delle giornate a bordo dicendo solo « buon giorno » al mattino e« buona sera » prima di ritirarsi. Era focoso e collerico, ma dimenticava presto e non serbava rancore. Era anzi uno dei comandanti di nave più umani che solcassero allora i mari. Aveva un 'educazione rigida e una stupefacente competenza, possedeva qualità di capo e capacità di adattamento in ogni circostanza. Eppure i suoi contemporanei non arrivarono mai a capirlo a fondo e anche oggi gli storici non hanno materiale sufficiente per tracciare un suo ritratto umano che sia completamente credibile. Nel dubbio è meglio lasciar parlare i fatti. James Cook era nato il 27 ottobre del 1728 a Marton -in- Cleveland, un villaggio della contea di Durham nell 'interno dello Yorkshire, da un bracciante agricolo con 9 figli a carico e ancora giovanissimo era stato mandato a Staithes come commesso in un
negozio dove si vendevano spezie e tessuti. Staithes era abbastanza vicino ai porti dello Yorkshire e il giovane James ebbe la possibilità di incontrare parecchi lupi di mare, che gli raccontavano volentieri le loro avventure. E si sa che le storie di mare eccitano e contagiano. Ben presto James non poté più resistere alla vita soffocante di commesso, ma il padre in un primo tempo si oppose a fare di lui un marinaio, a tal punto che James riuscì ad imbarcarsi soltanto quando aveva superato i 18 anni. Era un 'età troppo avanzata per la marina mercantile, che allora imbarcava mozzi di non più di 12-13 anni. Ma Cook era pieno di buona volontà e sempre
nella compagnia Walker di Withby diventò ben presto marinaio scelto, poi comandante in seconda. James non era il tipo che trascorreva il tempo libero nelle taverne e non si ubriacava di rhum nemmeno durante la navigazione, perché era quasi astemio.
Pur sapendo appena leggere e scrivere, passava tutto il tempo libero a studiare le scienze matematiche e l 'astronomia e riuscì a diventarne un vero esperto.
Quando la sua carriera sulle navi Walker sembrava a buon punto, scoppiò la guerra dei Sette anni, fra Austria e Francia da una parte e Prussia e Inghilterra dall 'altra, combattuta soprattutto per il predominio nei possedimenti d'oltremare. Non si sa bene se Cook si arruolò volontario nel 1755 perché preso da ardore patriottico o se invece non ci fu per lui altra via di scelta. Certo l 'arruolamento nella marina militare sembrava mettere fine a tante sue ambizioni, perché come appartenente alla marina mercantile saliva sulle navi di Sua Maestà Britannica come semplice marinaio e, visti i suoi umili natali, non avrebbe mai potuto aspirare a nessun grado. Invece grazie sempre alla sua abilità di marinaio e alle sue conoscenze scientifiche diventò ben presto comandante pilota di una goletta e poi « tecnico topografo di Terranova e Labrador ». Anche quando la guerra dei Sette anni finì, Cook rimase nella marina militare con un buon comando, una larga rinomanza di cartografo e topografo, dieci scellini di paga al giorno e la possibilità di tornare spesso in Inghilterra dal Nord America dove si trovava imbarcato. Durante uno di questi ritorni in Inghilterra trovò perfino il tempo di sposarsi e di mettere su casa a Londra, in Mile End Road.
Sembrava che la sua vita si fosse incanalata dentro un binario decoroso, quando nel 1768 avvenne improvvisamente la svolta decisiva. La Reale Società Geografica di Londra volle mandare una nave nei mari del Sud per osservare il passaggio del pianeta
Venere. C 'era bisogno di un ufficiale che guidasse la nave senza commettere errori irreparabili e quest 'uomo poteva essere Cook, che in dodici annidi carriera nella marina militare si era rivelato non solo abile marinaio ma anche topografo, matematico, astronomo, cartografo. Era insomma l 'uomo degno della massima fiducia, anche se non possedeva raccomandazioni speciali o influenze familiari. E poi non avrebbe protestato troppo per la presenza a bordo di un gruppo di otto studiosi, guidato da Joseph Banks, un giovane botanico di nobile origine che in cuor suo era portato a considerare Cook come una specie di pilota personale. Fu insomma per un seguito di circostanze quasi eccezionali per quella società inglese e per la marineria di Sua Maestà che l’ Endeavour prese il mare al comando di quel figlio di contadini appena nominato tenente di vascello.
L' Endeavour, alla fonda presso Whitby, in un dipinto di Thomas Luny.********
È evidente che dietro la motivazione scientifica il viaggio nascondeva anche uno scopo politico, in quanto Cook aveva l 'ordine di esplorare almeno in parte tutte le terre sconosciute che avesse toccato e di lasciarvi la bandiera inglese in modo che potessero essere rivendicate sempre all'Inghilterra.
Per capire le difficoltà del viaggio dell 'Endeavour e delle altre due spedizioni di Cook è bene considerare che cos 'era la navigazione a vela nella seconda metà del Settecento. Da quando ci si era convinti della sfericità della Terra, la strada migliore per navigare dall'Europa all'Asia era verso ovest, la strada di Colombo, ma su questa rotta si ergevano due ostacoli quasi insuperabili: l 'America, le
cui estremità si perdevano a nord e a sud in mezzo a ghiacci impenetrabili, e l 'Oceano Pacifico, grande come un terzo di tutto il globo ed esteso dall 'Artico all'Antartico, con un sistema di venti sconosciuto, con rotte mai percorse. In realtà questo oceano è « pacifico » solo nella zona degli alisei, compresa tra il Tropico del Cancro e quello del Capricorno. A Nord e a sud di questa zona il tempo non
è mai stabile e ci sono tifoni cicloni e uragani. Dopo ci sono le latitudini meridionali, battute continuamente da venti ruggenti che si sfrenano soprattutto nell'estremità del Sud America intorno a Capo Horn, perché fa da frangiflutti tra l 'Atlantico e l 'Oceano Pacifico. Per navigare a vela nell 'immenso e allora quasi sconosciuto Pacifico occorreva una conoscenza precisa di correnti e di venti marini, che Cook non poteva avere perché percorreva certi itinerari per la prima volta e dove era stato preceduto nessuno aveva lasciato
indicazioni precise. A quei tempi non c 'era possibilità di stabilire con esattezza ne la posizione ne la distanza percorsa. Non c'era modo sicuro per stabilire la longitudine, e per misurare la velocità della nave si usava un pezzo di legno, che passava continuamente da prua a poppa, mentre un marinaio prendeva nota del tempo occorso con una clessidra o cantilenando delle frasi convenzionali. Navigare a vela significava dunque destreggiarsi giorno e notte in mari sconosciuti fra brezze, temporali, bufere e anche raffiche improvvise di vento. Ufficiali e marinai dovevano lavorare incessantemente, giorno e notte, per modificare l 'assetto delle vele e tenere a galla la nave.
La vita a bordo non era poi delle più confortevoli. L ’Endeavour pesava appena 368 tonnellate ed era già stupefacente che 94 persone riuscissero a vivere e a lavorare in uno spazio tanto ristretto. Si pensi che i marinai dormivano sotto coperta distesi in amache che erano larghe 40 centimetri e di conseguenza dovevano accomodarsi tutti sul fianco. Quanto al cibo non c 'era da stare molto più allegri. La carne, che veniva distribuita solo quattro giorni alla settimana, avrebbe dovuto essere di manzo salato, ma in realtà era di cavallo o di maiale, sempre salati. Niente carne al forno o alla griglia o fritta. Il pesce si mangiava se qualcuno riusciva a pescarne, ma era molto difficile con tutto il daffare della navigazione. Nei tre giorni senza carne si distribuivano burro, formaggio e piselli « bolliti a volontà ». Invece del pane si distribuivano gallette dure, dove i vermi si moltiplicavano a vista. Gli ufficiali egli scienziati di bordo stavano un po' meglio, perché potevano avere qualche uovo fresco, della marmellata, dei formaggi, della frutta secca e potevano condire la carne con delle spezie. Un merito che si deve aggiungere ai tanti di Cook fu quello di preoccuparsi molto dello scorbuto, che è una malattia dovuta a mancanza di vitamina C nell 'alimentazione. Sull 'Endeavour e su tutte le altre navi di Cook ci furono sempre succhi concentrati di arance e soprattutto di limoni, tanto che da allora i marinai inglesi vengono chiamato scherzosamente lime juicers, ossia bevitori di limoni. Per tenersi su il morale i marinai avevano a disposizione ogni giorno un quarto di rhum e acquavite più 5 litri di birra a testa. Per finire si pensi che a bordo non c'era riscaldamento, se si eccettua una piccola stufa che veniva accesa di tanto intanto nella cabina grande, dove lavoravano Cook e gli scienziati.
In queste condizioni Endeavour dopo la partenza da Plymouth attraversò obliquamente l 'Atlantico fino a Rio de Janeiro, poi scendendo a sud superò Capo Horn ed entrò nel Pacifico, che risalì in direzione a nord ovest fino a raggiungere Tahiti nell’aprile del 1769. Superare Capo Horn senza danni con una nave a vela sarebbe ancora oggi un avvenimento straordinario. Lo stesso Cook, che
non era certo uno spaccone, annotò che quella era « una circostanza forse mai accaduta ad altre navi in questi mari così temuti per le terribili tempeste, tanto che doppiare Capo Horn è ritenuto da alcuni un fatto grandioso ». Nei tre mesi di permanenza nell'isola di Tahiti gli scienziati ebbero modo di osservare il passaggio di Venere e i marinai si procurarono rapporti più che amichevoli con le belle tahitiane, disposte a cedere per un chiodo o per qualunque altro pezzo di ferro. Non fa meraviglia che Cook dovesse prendere severi provvedimenti per salvare il ferro di bordo.
Il Capitano Cook incontra gli indigeni. La stampa lo rappresenta durante la seconda spedizione. Cook rimase a lungo nella zone del Pacifico intrattenendo buoni rapporti con gli indigeni che si mostravano molto incuriositi per le armi usate dai nuovi venuti.*******
Poi Cook ripartì da Tahiti e si mise a esplorare le isole intorno, che chiamò isole della Società in onore della Reale Società Geografica. Si diresse ancora verso sud alla ricerca di quell ’ improbabile Terra Australis, di cui si favoleggiava fin dall 'antichità e che doveva estendersi dall 'estremità meridionale del Sud America fin quasi all ’ attuale Indonesia. Cook trovò invece la Nuova Zelanda, che circumnavigò per primo scoprendo che era formata da due isole separate. Lo stretto fra queste due isole si chiama ancora oggi di Cook. Per circumnavigare la Nuova Zelanda e ricavarne come suo costume dei dati cartografici precisi Cook percorse centinaia di miglia in acque difficili, che si trovavano quasi alla stessa latitudine di Capo Horn, lungo una costa frastagliata e pericolosa. Dopo sei mesi decise di risalire il mare di Tasman, sul quale si avventano di continuo i venti antartici, e fu così che il 20 aprile del 1770 scorse la punta sud- est di una terra sconosciuta, l'attuale Australia mentre, come scrisse lui stesso, « il grande vuoto mare si abbatteva da sud- est con alte ondate su tutta la riva ».
COOK il 20 aprile 1770 mette piede in un continente sconosciuto, l' Australia. Con una cerimonia nella « Botany bay », ne prende possesso proclamandolo dominio britannico.********
Cook sbarcò e in nome di re Giorgio prese possesso di quella terra sconosciuta e mai segnata su nessuna carta, che poteva essere davvero la Terra Australis, anche se ridotta di proporzioni. Contrariamente agli indigeni di Tahiti e della Nuova Zelanda, quelli australiani non fecero buona accoglienza agli inglesi, anzi per cacciarli via incendiarono la vegetazione intorno all 'accampamento che i marinai avevano costruito a terra.
Un aspetto delle coste visitate da Cook nei suoi lunghi itinerari in Oceania, cosi come si presentano oggi.*******
Risalendo poi lungo la costa orientale, Cook fece tutti i necessari rilevamenti topografici, in modo che questo continente diventò da allora parte integrante della carta del Pacifico. Poi Cook dopo avere disincagliato l ‘Endeavour dalla grande barriera corallina australiana e avere fatto sosta nell 'isola di Giava, tornò in Inghilterra il 13 luglio del 1771.
Erano passati quasi tre anni, ma aveva scoperto le Isole della Società, aveva dimostrato che la Nuova Zelanda è composta di due isole e che la Nuova Guinea è un 'isola e non un continente. E soprattutto aveva scoperto l 'Australia. Per il momento tutta la gloria andò a Banks, il giovane scienziato della Reale Società Geografica, che come gentiluomo terriero aveva accesso a corte e poteva disporre
di larghe relazioni. Cook tornò in famiglia e continuò a lavorare intorno alle sue carte nautiche e ai suoi rilevamenti topografici, ma preparò anche il progetto per un altro viaggio e lo presentò alla Società Geografica. Si proponeva di esplorare i punti più meridionali dei tre oceani, l 'Atlantico, l 'Indiano e il Pacifico, in quella fascia compresa tra i 100 e i 160 gradi di longitudine che nessuno aveva mai esplorato e che potevano contenere la Terra Australis sfuggita nel primo viaggio. La Reale Società accettò subito con entusiasmo e dopo appena un anno Cook salpò nuovamente da Plymouth il 13 luglio del 1772. Questa volta aveva ai suoi ordini due navi, la Resolution (« Decisione ») e la Adventure (« Avventura »), la prima di 462 tonnellate e la seconda di 340. A bordo c 'erano 181 marinai e soldati di marina, fra cui 2 suonatori di cornamusa degli Altipiani, che con il loro suono sfidarono i venti antartici e lasciarono di stucco i buoni tahitiani
Non c’era Banks, che aveva calunniato Cook e preteso il comando personale della spedizione. Lo sostituivano un bizzoso scienziato, Forster, un astronomo e un pittore di paesaggi. Le navi puntarono verso il. Capo di Buona Speranza, poi a sud verso il polo antartico e nel gennaio 1773.attraversarono il Circolo Polare Antartico: era la prima volta che un uomo vi riusciva con due navi dai ponti scoperti, senza un riparo nemmeno per il timoniere, senza nessun riscaldamento a bordo. Tutti i marinai portavano dei passamontagna rossi, ma le giacche di lana si congelavano addosso come armature e perfino gli occhi e le narici si chiudevano per il ghiaccio. Sui ponti era difficile reggersi in piedi perché erano ghiacciati e le vele si irrigidivano, tanto che nel manovrarle le mani si ferivano e il sangue che ne usciva congelava subito. Toccare il sartiame in quelle condizioni significava quasi sempre procurarsi una scottatura da freddo, bruciante come il fuoco. Perfino il comandante doveva stare quasi sempre in coperta, giorno e notte, per dirigere le navi in un labirinto di ghiacci galleggianti e di nebbie. Percorrendo cosi 11.000 miglia in mezzo agli icebergs e alle furiose tempeste glaciali, Cook attraversò longitudinalmente tutto l ’ Oceano Indiano, sempre tenendosi vicinissimo al Circolo Antartico e arrivò nella Nuova Zelanda. Da qui fece rotta su Tahiti e proseguì poi l 'esplorazione polare. Fu nel dicembre del 1773 che Cook, aggirandosi in quelle latitudini, giunse molto vicino all ’ Antartide, ma la sua vista gli fu impedita dalle nebbie, dalle tempeste e dagli icebergs, che si ergevano sempre minacciosi vicino alle navi. Si era comunque avvicinato più di qualsiasi altro uomo a quel Polo Antartico che Amundsen avrebbe toccato solo 135anni dopo. Durante quella pericolosissima navigazione Cook pensò che non ci fosse nessuna terra in quell 'inferno di ghiaccio e, se ci fosse stata, niente avrebbe mai potuto sopravvivere in un clima così impossibile.
Dopo mesi durissimi Cook tornò a Tahiti, dove fece riposare gli equipaggi e riparare le navi. Quel riposo dette un certo sollievo anche a lui, che da qualche tempo aveva dei forti dolori allo stomaco. Aveva perfino rischiato di morire in seguito a forti coliche biliari accompagnate da vomiti e singhiozzo. Probabilmente aveva un 'ulcera, dovuta all'alimentazione e alla tensione nervosa. Nel maggio del 1774 Cook ripartì da Tahiti e si aggirò per il Pacifico esplorando scientificamente quanto gli capitava sottocchio. Così
non solo riscoprì le Marquesas e le Nuove Ebridi da tempo perdute, ma scoprì per primo le Hervey o Cook, parte delle Marquesas, la Nuova Caledonia e la Norfolk. Finalmente ritornò in Inghilterra nel luglio del 1775 dopo tre anni di fruttuose esplorazioni
Se Cook non avesse avuto altri meriti in questa seconda spedizione poteva vantarne almeno due eccezionali aveva ristretto e fissato i confini del continente antartico e aveva cancellato definitivamente l 'ipotesi sulla Terra Australis. Nonostante che infuriasse
da più di tre mesi la rivoluzione delle colonie americane, gli inglesi seppero questa volta riconoscere abbastanza meriti di Cook e lo nominarono capitano, lo presentarono a re Giorgio lo chiamarono a far parte della Società Geografica. L'ammiragliato soprattutto si era convinto di avere trovato un comandante eccezionale e anche se sul momento gli affidò una tranquilla mansione ispettiva nell 'ospedale
militare di Greenwich, dopo solo un anno lo mandò a chiamare e gli chiese di scoprire un eventuale passaggio tra l 'Oriente e l 'America, tale da consentire alle navi di andare dall 'Atlantico al Pacifico senza affrontare i ghiacci a nord o a sud. Finora il passaggio era stato cercato invano dalla parte dell 'Atlantico. Si trattava di cercarlo ora dalla parte del Pacifico. Cook accettò, anche se non era guarito completamente dai suoi tremendi disturbi di stomaco e così gli fu assegnato il comando della gloriosa Resolution e della Discovery (« Scoperta ») di circa 300 tonnellate, con in più l 'incarico ufficiale di astronomo e scienziato. Certo Cook in quest'ultimo suo viaggio non era più l 'uomo di un tempo. Aveva scoppi d 'ira sempre più frequenti e prendeva decisioni un po' avventate, come non gli era mai capitato di fare prima. Il suo stomaco era malandato e forse influiva negativamente su una volontà già provata da anni di terribili tensioni. Partito a metà luglio del 1776 dall 'Inghilterra e superato il Capo di Buona Speranza, Cook toccò le isole Kerguelen, la Tasmania, la Nuova Zelanda e trascorse quasi tutto il 1777 fra le isole dell 'Amicizia, quelle della Società e Tahiti in rilevamenti topografici e cartografici. A metà dicembre del 1777 ripartì da Bora Bora e scoprendo l 'isola che chiamò di Natale perché l 'aveva avvistata il 25 dicembre, arrivò a un gruppo sconosciuto di isole che chiamò Sandwich in onore del suo protettore altolocato. È curioso notare che questo lord non è passato alla storia come protettore di Cook, ma come inventore del sandwich o panino imbottito. Era un giocatore accanito e per mangiare senza interrompere le partite, infilava frettolosamente un pezzo di carne in mezzo a due di pane. Dopo la scoperta di queste isole, che più tardi sarebbero state ribattezzate Hawaii, Cook si diresse verso nord e nella primavera del
1778 si addentrò nelle gelide acque dell 'Alaska, sempre più vicino all 'Oceano Artico e sempre alla ricerca di un passaggio verso l 'Atlantico che si faceva ogni giorno sempre più improbabile. Entrato nel mare di Bering e superato lo stretto omonimo, arrivò
non lontano da Punta Barrow all 'estremità nord- occidentale del continente americano, ma una insuperabile barriera di ghiacci galleggianti gli impedì di spingersi più a nord. Piegò allora verso la costa asiatica, che discese lentamente fino all 'isola di Unalaska, dove fece riparare le navi mal ridotte dopo una così difficile navigazione polare. Qui prese la risoluzione di tornare nelle isole Sandwich per passare l 'inverno e infatti il 17 gennaio 1779 gettò l 'ancora nella baia di Karakakooa sul lato ovest dell 'isola di Hawaii.
Cook aveva sempre trattato con molta umanità gli indigeni che incontrava, convinto com 'era che sarebbero stati più felici se lasciati a loro stessi, al loro sistema di vita. Non li considerava forse « nobili selvaggi », come facevano con esagerazione illuministica
tutti quelli che non li avevano mai visti, ma badava realisticamente a mantenere con loro dei buoni rapporti sotto il segno del reciproco rispetto. Non sopportava però che rubassero con quei sistemi così abili e fantasiosi di fronte ai quali i marinai inglesi erano
del tutto impotenti. Ormai ogni isola dei mari del sud riservava agli equipaggi inglesi un 'accoglienza che variava di poco. C 'erano dapprima accoglienze festose con danze e giochi di abilità, poi la confidenza degenerava nel furto sistematico. Allora gli inglesi catturavano degli ostaggi e subitogli oggetti rubati venivano restituiti. Gli ostaggi erano rilasciati e subito dopo ricominciavano i furti, in una sequenza tragicomica che sembrava senza soluzione. Cook era spesso ritenuto dagli indigeni un Grande Capo se non addirittura una Divinità. Ma questo non gli giovava molto, quando agli occhi dei nativi commetteva qualche errore o qualche sopruso. Forse rendeva più facile per quelle popolazioni istintive passare dall 'adorazione all 'odio .Stavolta nell 'approdo dell 'isola di Hawaii, Cook si innervosì terribilmente, quando fu portata via di notte la grossa lancia ormeggiata a fianco della Discovery. Decise allora di scendere subito a terra e prendere in ostaggio il loro re, fino a che la lancia non fosse stata restituita. Ma mentre Cook portava via il re Kalaniopu'u in mezzo a una folla minacciosa, un guerriero gli si avvicinò minacciandolo con un sasso e con un pugnale. Cook per difendersi sparò con la sua doppietta da caccia prima un colpo a pallini che rimbalzarono senza danno su una corazza di fibre di cocco, poi un secondo colpo a palla facendo stramazzare a terra l 'indigeno. Gli altri indigeni cominciarono allora una fitta sassaiola contro i soldati di marina messi a protezione delle scialuppe e questi aprirono il fuoco con i loro moschetti. Gli indigeni però si buttarono addosso ai soldati e ne abbatterono quattro prima ancora che potessero ricaricare le armi. Cook si voltò per tornare alle scialuppe e alzò il braccio per ordinare il « cessate il fuoco ». Ma un guerriero gli corse dietro e gli dette un violento colpo di bastone, Cook cadde in ginocchio nell'acqua fino a mezza vita e in quella posizione fu raggiunto da tutti gli altri indigeni che lo colpirono più volte con i coltelli e i bastoni in una esplosione di incontrollabile furore.
La morte di James Cook nella baia di Karakakooa alle Hawaii. Cook fu ucciso in seguito a uno dei rari incidenti avvenuti con gli indigeni.*******
Del corpo di Cook i marinai della Resolution non riebbero qualche giorno dopo che alcune ossa, le mani e un pezzo di carne carbonizzata. Questi resti martoriati vennero messi in una bara e dopo un servizio funebre gettati in mare.
Moriva così il 14 febbraio del 1779 a 51 anni, uno dei più preparati esploratori che il mondo abbia conosciuto
II dispaccio con la notizia della morte di Cook fu spedito a Londra dal porto russo di Petropaviovsk nella penisola del Kamciatka e arrivò a destinazione 6 mesi dopo, trainato da slitte e cani attraverso tutta la Siberia e la Russia e imbarcato poi su una nave che dal
mare del Nord si dirigeva in Inghilterra. Naturalmente ci fu molta costernazione, anche se gli onori ufficiali non furono adeguati alla grandezza del navigatore. Alla vedova Elizabeth furono assegnate una buona pensione e metà degli utili ricavati dagli scritti sulla
spedizione. La moglie Elizabeth divenne così una ricca signora, che però ebbe la vita segnata da continui lutti
Dei 6 figli avuti dal matrimonio nessuno visse a lungo e lei tirò avanti con i suoi amari ricordi fino a 93 anni, portando sempre un anello che conteneva un ciuffo di capelli del suo James.
I fatti, che abbiamo lasciato parlare finora, ci consentono un bilancio sbrigativo.
I tre grandi viaggi di COOK compiuti tra il 1768 e il 1779, toccano tutte le isole del Pacifico. Nella cartina il primo,il secondo, il terzo viaggio, nell' ordine in nero, rosso e blu.********
Cook compì i tre viaggi più pericolosi mai realizzati e non solo ai suoi tempi, spazzò via dalla carta del Pacifico l 'illusione accademica di una terra sconosciuta, segnò i confini dell 'Antartide, scoprì l 'Australia e la Nuova Zelanda fissando le rotte per raggiungerle e dando loro un preciso volto cartografico, scoprì o riscoprì quasi tutte le isole dei mari del sud. È vero quindi che il più sincero monumento commemorativo di questo grande navigatore è su tutte le carte geografiche del mondo.
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